Società Italiana Interdisciplinare per le Cure Primarie

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Riordino delle Scuole di Specializzazione: un dibattito aperto

Pronto ai blocchi di partenza il tanto atteso decreto sul Riordino delle Scuole di Specializzazione in Medicina: dopo l’ok del MIUR, arriva la controfirma del Ministro della Salute Lorenzin.

Il provvedimento diminuisce mediamente di un anno la durata dei percorsi di studio nelle scuole di specializzazione, rendendo più aderente la normativa italiana a quella stabilita in ambito comunitario. Questo consentirà ai giovani medici di fare prima il loro ingresso nel mondo del lavoro, rendendoli, al contempo, più competitivi all’interno dei Paesi dell’Unione europea.

Tale riduzione riguarda circa un terzo delle scuole di specializzazione sulle 55 restanti dopo il previsto accorpamento di 5 scuole e la soppressione di quelle di Medicina aeronautica e spaziale e di Odontoiatria clinica generale.

Il provvedimento valorizza ancora di più, rispetto al passato, l’obiettivo professionalizzante delle scuole di specializzazione; infatti prevede che almeno il 70% della formazione dovrà essere dedicato allo svolgimento di attività pratiche e che le stesse potranno essere espletate non solo nelle università, ma anche nei presidi ospedalieri e nelle strutture territoriali del Servizio sanitario.

Un’altra importante novità è la ridenominazione della Scuola di Medicina di Comunità, trasformata in Medicina di Comunità e delle Cure Primarie. La nuova denominazione di questo percorso universitario, in considerazione del fatto che le Cure Primarie sono da sempre appannaggio della Medicina Generale, ha riacceso mai sopite polemiche sui rapporti tra Università e Regioni in merito al percorso didattico specifico per la formazione dei futuri Medici di Medicina Generale. Il maggior Sindacato di settore interpreta l’istituzione di questa Scuola come un’ingerenza del sistema universitario nella formazione dei futuri Medici di Famiglia, mentre altri pareri sottolineano la diversità di profilo della figura professionale formata da questo Corso rispetto alla figura del Medico di Medicina Generale, ridimensionando così i paventati rischi di equipollenze e disegnando uno scenario di ottimale integrazione di competenze.


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